A CHI DIVULGA LE FALSE NOTIZIE SECONDO LE QUALI IL PD AVREBBE TENTATO DI SALVARE LE PENSIONI D’ORO LI INVITO A LEGGERE I DOCUMENTI ALLEGATI Per aprire il pdf clicca qui
IL TEMPO E’ GALANTUOMO E DIMOSTRERA’ CHE LA POSIZIONE TENUTA DAL PD ERA QUELLA PIU’ CORRETTA, CI PENSERA’ LA GIURISPRUDENZA A COLMARE LA CARENZA NORMATIVA.
FANNO SORRIDERE LE POLEMICHE DI QUEI PARLAMENTARI CHE OGGI SI VANTANO DI AVER SOPPRESSO IL COMMA 2 del D.L. 29/2012 e NON DICONO DI AVER VOTATO CONTRO AL COMMA 23 Ter del D.L. 201 SI TRATTA DELLA NORMA CARDINE CHE HA DETERMINATO IL TAGLIO DEI TRATTAMENTI ECONOMICI DEI DIRIGENTI DELLO STATO.
QUI SOTTO TROVATE:
-L’ART 23-ter del decreto 201/2011 “DECRETO SALVAITALIA” ( vedi allegato 1);
-Il testo del comma 2 contenuto nel testo originario del D.L. 29 del 2012, comma oggi soppresso con l’Emendamento proposto da IDV e Lega ( vedi allegato 2);
-La relazione tecnica redatta dal Ministero dell’Economia dice che il comma 2 non produce effetti negativi per i saldi di finanza pubblica. Questo significa che quel comma non determina una maggiore per le casse dello Stato . Il fatto che non aumenta la spesa è la dimostrazione che qualcuno sta raccontando balle. Anzi ora che quel comma non c’è più avremo maggiori spese di contenzioso considerato che la norma era interpretativa; (vedi Allegato 3);
Allegato 1
“Art. 23-ter. del D.L. 201 Disposizioni in materia di trattamenti economici (105
1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è definito il trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali, di cui all’ articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi incluso il personale in regime di diritto pubblico di cui all’ articolo 3 del medesimo decreto legislativo, e successive modificazioni, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione. Ai fini dell’applicazione della disciplina di cui al presente comma devono essere computate in modo cumulativo le somme comunque erogate all’interessato a carico del medesimo o di più organismi, anche nel caso di pluralità di incarichi conferiti da uno stesso organismo nel corso dell’anno. Resta in ogni caso fermo che ai fini previdenziali le disposizioni di cui al presente comma operano con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con riferimento ai soggetti che alla data del 22 dicembre 2011 abbiano maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento, non siano titolari di altri trattamenti pensionistici e risultino essere percettori di un trattamento economico imponibile ai predetti fini superiore al limite stabilito dal presente comma, purché continuino a svolgere, fino al momento dell’accesso al pensionamento, le medesime funzioni che svolgevano alla predetta data. (106) (107)
2. Il personale di cui al comma 1 che è chiamato, conservando il trattamento economico riconosciuto dall’amministrazione di appartenenza, all’esercizio di funzioni direttive, dirigenziali o equiparate, anche in posizione di fuori ruolo o di aspettativa, presso Ministeri o enti pubblici nazionali, comprese le autorità amministrative indipendenti, non può ricevere, a titolo di retribuzione o di indennità per l’incarico ricoperto, o anche soltanto per il rimborso delle spese, più del 25 per cento dell’ammontare complessivo del trattamento economico percepito.
3. Con il decreto di cui al comma 1 possono essere previste deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni ed è stabilito un limite massimo per i rimborsi di spese.
4. Le risorse rivenienti dall’applicazione delle misure di cui al presente articolo sono annualmente versate al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.”
Allegato 2
SOTTOLINEATO IL TESTO DEL COMMA SOPPRESSO CON L’EMENDAMENTO:
2. All’articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, al comma 1 è aggiunto in fine il seguente periodo: «Resta in ogni caso fermo che ai fini previdenziali le disposizioni di cui al presente comma operano con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con riferimento ai soggetti che alla data del 22 dicembre 2011 abbiano maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento, non siano titolari di altri trattamenti pensionistici e risultino essere percettori di un trattamento economico imponibile ai predetti fini superiore al limite stabilito dal presente comma, purché continuino a svolgere, fino al momento dell’accesso al pensionamento, le medesime funzioni che svolgevano alla predetta data.».
Allegato 3
RELAZIONE TECNICA
Il comma 2 chiarisce che, ai fini previdenziali, il tetto retributivo per i dirigenti delle PP.AA. opera soltanto in relazione alle anzianità contributive maturate dopo il DPCM che definisce il trattamento economico annuo
onnicomprensivo massimo, con riferimento ai soggetti che alla data del 22 dicembre2011 abbiano maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento, non siano titolari di altri trattamenti pensionistici e risultino essere percettori di un trattamento economico imponibile ai predetti fini superiore al limite stabilito dal presente
comma, purché continuino a svolgere, fino al momento dell’accesso al pensionamento, le medesime funzioni che svolgevano alla predetta data.
La Relazione Tecnica afferma che la norma conferma l’applicazione, sul piano previdenziale, del principio del cosiddetto pro-rata con riferimento al comma 1 dell’articolo 23-ter del decreto-legge n. 201 del 2011. La RT conclude escludendo la sussistenza di oneri per la finanza pubblica.
Al riguardo, si osserva che la norma sembra escludere che i più contenuti emolumenti attribuiti per effetto del tetto retributivo ad alcuni dirigenti pubblici rientrino nella base di calcolo della quota di trattamento pensionistico da liquidare con il sistema retributivo, in relazione ai soggetti in possesso dei requisiti indicati dalla norma.
Rilevato pertanto che la novella implica maggiori oneri pensionistici in relazione alla platea (verosimilmente ristretta) dei soggetti individuati dalla novella medesima, si rileva tuttavia che all’introduzione del tetto retributivo per i più importanti dirigenti pubblici non erano stati ascritti effetti di risparmio, né in termini stipendiali, né – a fortiori – in termini di spesa pensionistica. Inoltre si ricorda che la giurisprudenza costituzionale ha dichiarato illegittime norme che impedivano, nei sistemi pensionistici di tipo retributivo, il computo della base di calcolo secondo i trattamenti più elevati percepiti nella carriera lavorativa.
In particolare, la sentenza n. 264 del 1994 ha riconosciuto l’esclusione dalla base di calcolo di successivi trattamenti economici di importo inferiore a condizione che il lavoratore avesse già maturato il requisito contributivo per la pensione. In tal senso, la norma potrebbe essere idonea ad evitare l’insorgere di un contenzioso con gli enti previdenziali.
Maria
Mag 6, 2012 -
La ringrazio di questo post, ma devo dire che non ci ho capito molto. Potrebbe tradurre il comma abrogato in un italiano di uso corrente e comprensibile? e spiegare le conseguenze della norma? sarebbe molto utile
Grazie
Maria
Mark
Mag 6, 2012 -
Questa è la risposta della Senatrice Finocchiaro… Cioè: avete sbagliato a votare oppure no?
http://violapost.it/?p=7055
ciro troise
Mag 6, 2012 -
complimenti, Lei è il primo che cerca finalmente di mettere chiarezza. Il post gira in rete da ieri: il PD dovrebbe organizzare un gruppo di “navigatori” pronti a replicare immediatamente a notizie tratte da fonti incerte e discutibili
folgore 49
Mag 6, 2012 -
Se le cose stanno come lei afferma, come mai
la Finocchiaro parla di “confusione nel voto”?
Mettetevi almeno d’accordo
Marco
Mag 6, 2012 -
Questa è la nota che ha diffuso Anna Finocchiaro:
Ora un po’ di chiarezza sulle “pensioni d’oro”.
pubblicata da Anna Finocchiaro il giorno domenica 6 maggio 2012 alle ore 15.06 ·
Ho provato prima a rispondere ai vari post, ma vedo che continua il tam tam, quindi ritengo opportuno fornire maggiori chiarimenti. La voce che sta girando in queste ore che accusa i senatori del Partito Democratico di avere votato contro il taglio delle pensioni d’oro è una notizia FALSA e FUORVIANTE e per questo sento l’esigenza di fare chiarezza.
Le così dette “pensioni d’oro” sono state tagliate dal Governo Monti (anche con il nostro appoggio) diversi mesi fa. L’emendamento in discussione NON va a modificare tale decisione e, come spiegato dalla relazione tecnica redatta dal Ministero dell’Economia ad esso riferita, non produce effetti negativi per i saldi di finanza pubblica. Questo significa che quel comma non determina una maggiore spesa per le casse dello Stato, e ciò dimostra che quanto affermato da troppi oggi sulla rete è falso. Non abbiamo MAI votato contro la riduzione delle pensioni d’oro e il Partito Democratico non ha in nessun modo cambiato idea a tal proposito.
Quella sulle pensioni d’oro e’ l’ennesimo caso di disinformazione non so se dolosa o frutto di incompetenza. I fatti: ai così detti “pensionati d’oro”, ai manager pubblici, ai parlamentari al pari di altri percettori di redditi alti e’ stato giustamente imposto nei mesi scorsi di pagare un contributo di solidarietà ( 5 o 10 o 20 per cento a seconda del reddito). Si e’ posto un problema squisitamente tecnico per i dipendenti pubblici (per lo più manager) ovvero se la somma da pagare in più dovesse o meno essere computata ai fini pensionistici. Il Governo per evitare ricorsi, che i giudici avrebbero risolto in 5 minuti a sfavore dello Stato, e’ intervenuto con un decreto-legge per chiarire che l’importo del contributo costituisce base imponibile previdenziale. L’emendamento di cui si parla ha soppresso tale disposizione, voluta dal governo per evitare di pagare spese e risarcimenti. Noi abbiamo votato come richiesto da relatori e Governo. Parte del pdl, lega e idv hanno votato per la soppressione della norma per mettere in difficoltà il governo, tanto che dopo il voto la lega ha dichiarato che finalmente su quel voto si era ricostituita la vecchia maggioranza (più l’idv). Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere al vento. Lo stato adesso subirà migliaia di cause e sono pronto a scommettere che sarà condannato a pagare. E’ utile ricordare che con la finanziaria 2007 (relatore Legnini) approvammo il tetto agli stipendi dei manager pubblici che avrebbe comportato una drastica riduzione di stipendi e pensioni d’oro.
Il Governo Berlusconi (pdl-lega) nel 2008 abolì la disposizione, ripristinata in parte dal Governo Monti. I soli che hanno tentato di combattere i privilegi siamo stati noi. Gli altri fanno propaganda e questo post che gira sul web e’ pura e cattiva propaganda che inganna i cittadini omettendo di spiegare come stanno le cose.
Marco
Mag 6, 2012 -
Questa è la nota ufficiale di Anna Finocchiaro :
Ora un po’ di chiarezza sulle “pensioni d’oro”.
pubblicata da Anna Finocchiaro il giorno domenica 6 maggio 2012 alle ore 15.06 ·
Ho provato prima a rispondere ai vari post, ma vedo che continua il tam tam, quindi ritengo opportuno fornire maggiori chiarimenti. La voce che sta girando in queste ore che accusa i senatori del Partito Democratico di avere votato contro il taglio delle pensioni d’oro è una notizia FALSA e FUORVIANTE e per questo sento l’esigenza di fare chiarezza.
Le così dette “pensioni d’oro” sono state tagliate dal Governo Monti (anche con il nostro appoggio) diversi mesi fa. L’emendamento in discussione NON va a modificare tale decisione e, come spiegato dalla relazione tecnica redatta dal Ministero dell’Economia ad esso riferita, non produce effetti negativi per i saldi di finanza pubblica. Questo significa che quel comma non determina una maggiore spesa per le casse dello Stato, e ciò dimostra che quanto affermato da troppi oggi sulla rete è falso. Non abbiamo MAI votato contro la riduzione delle pensioni d’oro e il Partito Democratico non ha in nessun modo cambiato idea a tal proposito.
Quella sulle pensioni d’oro e’ l’ennesimo caso di disinformazione non so se dolosa o frutto di incompetenza. I fatti: ai così detti “pensionati d’oro”, ai manager pubblici, ai parlamentari al pari di altri percettori di redditi alti e’ stato giustamente imposto nei mesi scorsi di pagare un contributo di solidarietà ( 5 o 10 o 20 per cento a seconda del reddito). Si e’ posto un problema squisitamente tecnico per i dipendenti pubblici (per lo più manager) ovvero se la somma da pagare in più dovesse o meno essere computata ai fini pensionistici. Il Governo per evitare ricorsi, che i giudici avrebbero risolto in 5 minuti a sfavore dello Stato, e’ intervenuto con un decreto-legge per chiarire che l’importo del contributo costituisce base imponibile previdenziale. L’emendamento di cui si parla ha soppresso tale disposizione, voluta dal governo per evitare di pagare spese e risarcimenti. Noi abbiamo votato come richiesto da relatori e Governo. Parte del pdl, lega e idv hanno votato per la soppressione della norma per mettere in difficoltà il governo, tanto che dopo il voto la lega ha dichiarato che finalmente su quel voto si era ricostituita la vecchia maggioranza (più l’idv). Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere al vento. Lo stato adesso subirà migliaia di cause e sono pronto a scommettere che sarà condannato a pagare. E’ utile ricordare che con la finanziaria 2007 (relatore Legnini) approvammo il tetto agli stipendi dei manager pubblici che avrebbe comportato una drastica riduzione di stipendi e pensioni d’oro.
Il Governo Berlusconi (pdl-lega) nel 2008 abolì la disposizione, ripristinata in parte dal Governo Monti. I soli che hanno tentato di combattere i privilegi siamo stati noi. Gli altri fanno propaganda e questo post che gira sul web e’ pura e cattiva propaganda che inganna i cittadini omettendo di spiegare come stanno le cose.
Marco
Mag 6, 2012 -
La Traduzione è semplice : se lasciare il comma 2 ,come nel testo originario, avesse ridotti i tagli alle pensioni d’oro la relazione tecnica avrebbe registrato la necessita di nuove risorse questo nom è avvenuto. Se i saldi di finanza pubblica, relativamente al comma soppresso, non cambiano ,ne prima ne dopo,significa che quello che si legge in giro non corrisponde alla verità. Ricapitolando non c’è ne un aggravio ne un beneficio,rispetto ai tagli che sono già operativi e che abbiamo approvato nei mesi scorsi. A presto. Marco
Giancarlo
Mag 6, 2012 -
Finalmente si ècapito cosa è successo! se posso permettermi un consiglio, un po’ più di chiarezza nelle spiegazioni (anche a scapito della precisione) ci vuole!
Marco Spallarossa
Mag 7, 2012 -
Il fatto che decidendo di rendere imponibile previdenziale quel 5% e di fatto quindi aumentare le pensioni di questi signori a fronte di un prelievo di cui si conoscono benissimo le motivazioni politiche e che questo comperterà un aumento della spesa, non a breve, ma nel futuro qualcuno a parte Anna ha intenzione di tenerne conto? E poi qui il problema non è meramente tecnico è solo ed esclusivamente politico. Ma levare url cinque per cento da una pensione in modo secco era così fuori da ogni logica? Trovo che sia ora di CAMBIARE PASSO sul serio! I senatori PD dovevano dare un segnale secco. non avete più il polso della situazione.
ceci luigi
Mag 7, 2012 -
Quanto precisato dal Senatore é ciò che ho scritto a “il popolo viola” concentrandolo in circa tre righe in quanto, io funzionario in pensione di ente previdenziale, avevo intuito l’essenza del punto. Un fatto però é certo: si manca di reale ed onesta comunicazione. Stà al partito, e per esso ai dirigenti, informare i cittadini in modo efficace, continuamente, su tutti gli interventi del Partito utilizzando ogni mezzo necessario. Si deve prevenire e non rincorrere le iniziative che vengono poste in esere in maniera molto “leggera” se non precocetta.
Marco
Mag 7, 2012 -
Caro Marco, ho elaborato un’altra nota perché mi sono reso conto che non tutti riescono a districarsi fra testi di legge e relazioni tecniche,
spero che l’ultiore nota ti possa chiarire definitivamente di cosa stiamo parlando:
“Il PD non ha mai votato contro il taglio delle pensioni d’oro”
Le notizie che girano sono false e fuorvianti e vi spiego il perché. Io da sempre sostenitore dei tagli gli sprechi, basta guardare le mie proposte di legge e gli emendamenti che ho presentato o vedere i miei interventi sul web o su fb per capire come la penso.
La voce che sta girando in queste ore che accusa i Senatori del Partito Democratico di avere votato contro il taglio delle pensioni d’oro è una notizia falsa e fuorviante e per questo sento l’esigenza di fare chiarezza.
Le così dette “pensioni d’oro”, stimate in un numero inferiore a 20 in tutto il Paese e appartenenti a manager pubblici di grande rilievo come il responsabile dei Servizi Segreti Italiani, colui il quale è responsabile della sicurezza dello Stato, sono state tagliate dal Governo Monti (anche con il nostro appoggio) diversi mesi fa imponendo un contributo di solidarietà. L’emendamento in discussione non andava a modificare tale decisione e, come spiegato dalla relazione tecnica redatta dal Ministero dell’Economia ad esso riferita, non produceva effetti negativi per i saldi di finanza pubblica. Questo significa che quel comma non determinava una maggiore spesa per le casse dello Stato, e ciò dimostra che quanto affermato da troppi oggi è falso. Non abbiamo mai votato contro la riduzione delle pensioni d’oro e il Partito Democratico non ha in nessun modo cambiato idea a tal proposito.
La polemica scoppiata sul web, in questi giorni, con addirittura l’elenco dei 94 senatori e’ l’ennesimo caso di disinformazione non so se dolosa o frutto di incompetenza.
Per spiegare l’accaduto occorre chiarire che:
1. nel dicembre 2011 scorso il decreto-legge “Salva-Italia” ha stabilito un taglio alle retribuzioni degli alti dirigenti pubblici superiori ai 300.000 euro annui;
2. quella disposizione ha determinato una situazione nella quale numerosi alti dirigenti pubblici che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento sono fortemente incentivati a scegliere di andare in pensione subito, invece di continuare a lavorare (così come invece ha chiesto loro il Governo) per evitare che il nuovo stipendio, oggi decurtato, determini una riduzione corrispondente del trattamento pensionistico a cui altrimenti avrebbero già diritto. Per evitare questo, il Governo si è impegnato a fare in modo che, rimanendo in servizio, essi non subiscano quel pregiudizio.
3. In un decreto-legge adottato ultimamente, il Governo ha quindi inserito una disposizione che stabilisce che il taglio operato con il decreto “Salva-Italia” non possa incidere sul trattamento pensionistico già maturato da quei dirigenti alla fine del 2011 nel vecchio regime, bensì incida soltanto sul trattamento che maturerà a loro favore dal 1° gennaio in poi, decidendo essi di restare in servizio. Va sottolineato che tale disposizione corrisponde a un orientamento giurisprudenziale costante della Cassazione e della Corte costituzionale, secondo il quale il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni. La disposizione inserita dal Governo nel decreto-legge mirava dunque anche a evitare una pioggia di loro ricorsi dei dirigenti interessati, ricorsi che a breve arriveranno (grazie a Lega, PDL e IDV) e che avranno ottime possibilità di successo, successo che, concretamente, si tramuterà in esborsi da parte dello Stato non indifferenti, che peseranno sulle
tasche dei cittadini. Questo il Partito Democratico e il Governo lo volevano evitare.
Così stando le cose, mi è parso ragionevole l’accordo tra i partiti della maggioranza nel senso di respingere l’emendamento soppressivo presentato dalla Lega. E quando in Senato mercoledì scorso si è delineata la defezione quasi in blocco del Gruppo del PdL (con la significativa eccezione dei suoi esponenti di vertice), ho approvato la scelta del PD di mantenere invece l’impegno preso, nonostante che questo rischiasse di esporci alla disapprovazione dell’opinione pubblica meno informata.
Aggiungo soltanto che, se anche non avessi approvato questa scelta del PD, non avrei esitato a dirlo chiaro e tondo in questa sede e in ogni altra. E’ buona usanza approfondire ciò di cui si parla prima di diffondere un’informazione. Sono da sempre un fermo sostenitore dei tagli ai costi della politica e, in generale, delle spese dello Stato, e lo dimostro ogni giorno con la mia azione politica, ma, evidentemente, il lavoro di tanti anni non vale nulla rispetto al vento che tira.
Mio nonno diceva: agli ignoranti è più facile metterglielo in c…….. che in testa!
MARCO STRADIOTTO
Marco
Mag 7, 2012 -
Caro Luigi, condivido. Io ieri ho risposto alla valanga di critiche che arrivavano costruendo la risposta partendo dal’unico dato di cui ero certo (considerato che l’avevo visto in commissione sotto il profilo finanziario) e cioè sul fatto che non essendoci prevista alcuna spesa aggiuntiva quello di cui ci accusava il popolo viola non poteva essere veritiero. Oggi ho elaborato una nota che spiega meglio il tutto e che ho pubblicato con un altro articolo. Ti ringrazio a presto.
Marco
Mag 7, 2012 -
Caro Giancarlo, ti ringrazio! Ieri ho risposto alla valanga di critiche che arrivavano rispondendo velocemente partendo dall’unico dato di cui ero certo (considerato che l’avevo visto in commissione sotto il profilo finanziario) e cioè sul fatto che non essendoci prevista alcuna spesa aggiuntiva quello di cui ci accusava il popolo viola non poteva essere veritiero. Oggi ho elaborato una nota che spiega meglio il tutto e che ho pubblicato con un altro articolo. A presto.
massimo
Mag 8, 2012 -
Caro Senatore, lei insiste su ‘sta cosa che “non era prevista alcuna spesa aggiuntiva”. Cosa è indubbiamente vera… peccato però che con l’oggetto del contendere, cioè l’accusa lanciata dal popolo viola (di cui io NON faccio parte) centra come i cavoli a merenda.
Tale accusa infatti, come da titolo, NON E’ “han votato per aumentare le pensioni d’oro” (cioè la spesa già prevista), bensì “han votato contro i tagli alle pensioni” (cioè una possibile diminuzione futura di tale spesa).
La spesa non aumenta? Perfetto. Significa che resta uguale. E significa che non viene tagliata.
Dov’è dunque in quel titolo il “non veritiero”? Da nessuna parte.
Il ‘fuorviante’, se permette, è il soffermarsi e il voler insistere sull’assenza di spesa aggiuntiva.
Sui ‘contenziosi certi e certamente vinti’ posso invece convenire… ma anche lì, è un vero peccato che per solo pochi privilegiati ci si preoccupi tanto del concetto che dice: “il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni”.
Proprio mentre ‘nuove disposizioni’ hanno invece, guarda caso, calpestato i diritti dei cosiddetti ‘esodati’.
Guardi, so benissimo che c’è una differenza di ‘fattispecie’ (alquanto odiosa, per il senso comune) tra i cosiddetti ‘diritti acquisiti’ ed i semplici ‘diritti contrattuali’ cui accenno; ma non mi pare proprio che tale obiezione (e la relativa argomentazione) sia in questo momento storico sufficiente per liquidare in modo piccato le proteste come ha (avete) fatto.
E d’altra parte, se anche la stampa amica vi bacchetta, un motivo ci sarà:
http://ruffini.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/05/07/il-reato-di-leso-pd-ovvero-dei-diritti-e-dei-privilegi/
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pd-pasticcio-sulle-pensioni-doro/2180174/8
Marco
Mag 8, 2012 -
Caro Massimo, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Considerato che i tagli erano già stati fatti con un provvedimento precedente se il decreto in questione avesse previsto di rimuovere tali tagli la relazione tecnica avrebbe dovuto registrare un aumento di costi per le casse dello Stato. Questo non avviene e questa è la dimostrazione pratica, tecnica e razionale che sia quelli del popolo viola e sia Ruffini hanno scritto castronate.
Tengo troppo alla verità dei fatti! Marco
massimo
Mag 8, 2012 -
Caro Senatore, lei (o meglio, il ghost writer di Finocchiaro) confonde ‘tagli (alle pensioni) già fatti’ con il ‘contributo di solidarietà’, che è tutta un’altra cosa, è peraltro temporaneo, e non centra nulla.
Non credo sia un caso se la successiva nota di Ichino (che lei ora propone come ‘una sua elaborazione’) dice cose molto diverse da quelle diffuse da Finocchiaro e non faccia più ALCUN cenno a tale fantomatica e fantasiosa ‘dimostrazione’ che, checché voglia insistere, non sta proprio in piedi.
Massimo
massimo
Mag 8, 2012 -
PS … e le faccio notare che nessuno ha mai scritto che “il decreto in questione” prevedesse “di rimuovere tali tagli (= contributo di solidarietà)”…
questà è una solo un’interpretazione forzata introdotta a sostegno della ‘dimostrazione’.
Rileggere per credere.
massimo
Mag 8, 2012 -
PPS … visto che c’è, della nota di Ichino può mettere anche il relativo ‘post scriptum’, eventualmente.
Marco
Mag 11, 2012 -
Io so che il testo originario era meno costoso per la collettività del testo uscito dopo le modifiche , tutto il resto sono inutili e sciocche chiacchiere strumentalizzate.
Marco
Mag 11, 2012 -
Caro Massimo, noi i risparmi li stiamo facendo e sono reali. Altri si limitano a produrre inutili chiacchiere e polemiche. Il tempo dimostrerà che avevamo ragione noi. Il problema sta nel fatto che vedo in giro pochissime persone disponibili a battersi perchè trionfi la verità.
massimo
Mag 11, 2012 -
Il testo modificato risulterà più costoso solo se ci saranno i ricorsi, i quali saranno probabilmente vinti solo se non si interviene in qualche modo (modifiche normative) per renderli vani o non accoglibili.
Ma è mai possibile che si possa tranquillamente impoverire in mille modi il ceto medio e medio-basso, ma che sia invece impossibilissimo RIDURRE un po’ l’importo futuro di prestazioni pensionistiche scandalose, direi quasi immorali, di cui beneficieranno e/o beneficiano certe persone? La verità ‘accettabile’, anche se espressa al condizionale, sta nel postscriptum di Ichino del 7 maggio: “scelta tecnicamente giusta ma politicamente sbagliata o quantomeno inopportuna”.
Certamente, una scelta che non giustifica la reazione scomposta e le accuse lanciate da Finocchiaro (in primis, e gli altri a seguire) a chi ha osato biasimarla, tale scelta.
Si sa come funziona sulla rete, capisco che la canea che inevitabilmente scatena possa dar fastidio, ma sarebbe meglio evitare di peggiorare le cose con la troppa fretta di contrattaccare. Rilegga Ruffini con altri occhiali: non è stato estremamente preciso in un passaggio mentre esponeva i fatti, ma c’è comunque un messaggio da recepire.
Massimo
Marco
Mag 13, 2012 -
Vedo che tu resti della tua idea … io resto della mia! se mi ricapitasse lo stesso voto voterei allo stesso modo. Ruffini fa il giornalista… e a parte ai suoi lettori non deve rispondere a nessuno e nel giornalismo italiano purtroppo si seguono le mode piuttosto che scrivere la verità . Sono tra i più convinti che sia necessario ridurre ulteriormente l’entità di pensioni d’oro e stipendi d’oro, quello che abbiamo fatto e approvato 3 mesi fa è poco. Ma ci tengo a precisare che per tagliare pensioni e stipendi d’oro in modo legittimo senza intaccare i diritti ma invece è quella di prevedere dei superprelievi fiscali a stipendi e pensioni sopra una certa soglia. Si ottiene lo stesso risultato ma in modo legittimo.
Adriano
Mag 31, 2012 -
Sarà, ma mi sembra di sentire sempre il solito ritornello “sono stato frainteso”, “la stampa scrive le cose che fan comodo”, “hanno estrapolato una frase del discorso”, ecc. ecc.
Alla fine è sempre colpa nostra, poveri ignoranti cittadini, utili idioti solo nelle tornate elettorali.
Rimane il fatto che sta scritto nei verbali chi vota Sì e chi vota No; il NI non è contemplato.
C’è puzza di Weimar in giro, ma per alcuni potrebbe anche essere un profumo.
Corrado
Dic 23, 2012 -
fare politica non deve essere un mestiere con il quale arricchirsi ,ma deve essere un servizio ai cittadini,lo dice anche la costituzione .
Qualsiasi notizia che è stata data giusta o sbagliata è chiaro come il sole che i costi a spese dei contribuenti sono folli e non proporzionate alla situazione in cui ci troviamo.
State tranquilli che al giro di boa ci si arriverà,l’unico dispiacere è che un Italia che vivrebbe solo di turismo ,senza pensare al patrimonio industriale di eccellenza (ormai perso) ,si troverà a ripartire da sottozero.
Però sarebbe giusto che qualcuno pagasse per questo scempio,anche solo per onorare le piccole ,medie aziende, i negozianti e tutte quelle attività che ad un certo punto si sono trovate costrette a chiudere i battenti con l’unica colpa di avere trovato la forza di tenere aperto fino all’ultimo giorno.
Caro Pd la bandiera non conta in uno scenario dove i valori e i principi del proprio partito non vengono rispettati.
Come lo si consiglia alla Chiesa è meglio che recuperiate un ‘identità un pò più Francescana………………….Ricordatevi di Enrico Berlinguer!!!!!!!!!!!!!!
Marco
Dic 23, 2012 -
Caro Corrado, condivido e sottoscrivo!
fc
Feb 8, 2013 -
Un fatto è certo. Avete vergognosamente appoggiato la riforma truffa delle pensioni voluta da un pseudo ministro del Lavoro quale la Fornero con fortissimi interessi nel mondo finanziario e assicurativo. Un danno ai lavoratori e ai futuri pensionati senza precedenti nella storia italiana.
Adesso in campagna elettorale su questo argomento è sceso un silenzio tombale. Altro che PD siete peggio della peggiore DC e PSI. @fcaras_fc