LA RIFORMA DELL’IMU ERA NECESSARIA
Nel corso di questi ultimi mesi la discussione politica in merito alla riformulazione/abolizione dell’IMU, relativa all’abitazione principale, ha assunto, in alcuni casi, toni eccessivi e generato approcci di tipo ideologico, corretti più sul piano teorico che sul piano pratico.
Forse chi ha ragionato sul piano teorico non ha considerato che le rendite catastali, nel nostro Paese, sono sperequate, sia tra i diversi territori che all’interno dello stesso comune. L’effetto pratico ha determinato che nello scorso anno vi siano stati cittadini “ricchissimi” che hanno versato, sulla prima casa, pochissima IMU e cittadini “poveri” che, sempre sull’abitazione principale, hanno pagato tantissima IMU.
Questa iniquità andava risolta. La soluzione poteva essere quella di attendere la rideterminazione delle rendite catastali di tutti i fabbricati, come previsto dalla delega fiscale, quindi di rivedere sia il meccanismo dei coefficienti moltiplicatori sia quello delle detrazioni previste per l’IMU, ma il tempo necessario per fare tutto questo richiede un lavoro di alcuni anni mentre l’iniquità andava risolta subito.
Il Governo ha trovato una soluzione che risponde sia alla necessità rendere più equo il prelievo fiscale sia alla necessità di dare ai comuni uno strumento che possa garantire le risorse necessarie per erogare i servizi, consegnando ai comuni una reale autonomia finanziaria, in linea con quelli che sono i principi cardine del federalismo fiscale dove ad una maggiore autonomia deve corrispondere una maggiore responsabilità.
L’abolizione dell’IMU sull’abitazione principale e la previsione della service tax, a partire dal 2014, è stata considerata dagli osservatori, più superficiali, come la vittoria delle posizioni del PDL, in realtà se analizziamo bene il provvedimento e se facciamo mente locale su quello che è successo con il decreto sul federalismo municipale, sia in bicamerale che in Parlamento nel 2011, possiamo constatare che a distanza di 2 anni è il PDL ad aver accettato le posizioni del PD.
Sono i paradossi della politica, nel 2011 il PD proponeva la service Tax come imposta federalista dentro il decreto sul federalismo municipale al fine di garantire l’autonomia finanziaria ai comuni. Due anni fa il PDL e la Lega si opposero con tutte le loro forze alla proposta del PD, tanto che in bicamerale si arrivò al risultato di pareggio di 15 a 15, per superare quell’empasse la maggioranza fu costretta a fare approvare quel decreto legislativo dal Parlamento.
Ripeto a distanza di 2 anni viene approvata dal Governo una riforma dell’imposizione fiscale comunale che corrisponde alla stessa proposta che il PD formulò nel 2011, è per questo che dico che per gli osservatori superficiali sbagliano quando considerano l’abolizione dell’IMU e la previsione della service tax come la vittoria del PDL. In realtà si tratta della vittoria del buon senso e dell’equità e della capacità di mediazione del Presidente del consiglio Enrico Letta.
Riassumiamo i 5 motivi che dimostrano che la riforma dell’IMU era necessaria:
1) L’IMU sull’abitazione principale determina un prelievo fiscale iniquo tra i cittadini dello stesso comune a causa delle rendite catastali sperequate;
2) La sperequazione delle rendite catastali determina un gettito molto squilibrato tra i diversi territori e tra i diversi comuni;
3) Con L’IMU i Comuni hanno pochissima possibilità di manovrare l’imposta, le detrazioni fissate per legge e le rendite catastali sperequate determinano un meccanismo difficilmente gestibile, di fatto i comuni possono solo agire sulle aliquote, si sono create delle situazioni paradossali fra i diversi Comuni. L’IMU non è un’imposta federalista proprio perché non è manovrabile localmente;
4) Con l’IMU non si riesce a garantire un sistema fiscale basato sul principio costituzionale della progressività;
5) La prima casa non produce reddito ma produce un carico di servizi e conseguentemente delle spese per la collettività;
Con l’abolizione dell’IMU sull’abitazione principale e con la previsione della service tax sull’abitazione principale, si risponde alle problematiche sopra descritte e si determina:
1) Una maggiore equità del prelievo fiscale tra i cittadini dello stesso Comune;
2) Una maggiore equilibrio del prelievo fiscale fra i diversi territori e tra i diversi comuni;
3) Una maggiore autonomia finanziaria dei comuni accompagnata da una maggiore responsabilità degli stessi che con il nuovo sistema possono calibrare in modo equilibrato l’imposta. La service tax è una vera imposta federalista che permette di valutare l’operato degli amministratori, permette al cittadino di valutare l’efficacia e l’efficienza dei propri amministratori, permette il: “pago,vedo,voto!”;
4) Con un sistema fiscale sugli immobili basato sui a metri quadrati e con delle detrazioni sulla base del numero dei residenti si riesce a garantire una maggiore equità e si risponde meglio al principio della progressività;
5) Con il meccanismo della service tax si riconosce che la prima casa non produce reddito, ma invece produce la necessità di fruire di alcuni servizi collettivi offerti dal comune e che vanno pagati (una sorta di canone condominiale per garantire i servizi e gli spazi comuni);
Marco Stradiotto
Claudio Ferraro
Ago 29, 2013 -
Se vi interessa cari cittadini, vendo anche vaselina, in barattolo, e anche spray!
Marino Spagnolini
Ago 29, 2013 -
Caro Marco
Sono d’accordo sulla necessità della riforma dell’Imu, ho dei dubbi invece che la service tax basata solo sui metri quadrati dell’abitazione principale e detrazioni, possa essere meno iniqua dell’Imu. L’imu resta poi per i proprietari di seconde case con aliquote fino al 10,6 per mille e senza detrazioni e sempre con rendite catastali sperequate, ma di questi cittadini proprietari nessuno parla e nessuno tiene conto che la prima casa può facilmente diventare seconda casa con tassazione triplicata.
Siamo sicuri poi che il PDL accetti che la service tax venga applicata sull’abitazione principale?
Una riforma del catasto, da fare non in cinque anni, ma al massimo in due, sarebbe indispensabile se la service tax, come sarebbe giusto, fosse pagata da tutti i cittadini in base al valore dell’immobile e basta, ma viste le discussioni delle ultime settimane sull’Imu, non tutte le forze politiche, compreso il PD, sarebbero d’accordo. Ad ottobre ci risentiamo
Grazie per i tuoi contributi, buon lavoro
Marino Spagnolini
Marco
Ago 29, 2013 -
divertente 🙂 vedo che di vasellina te ne intendi
Marco
Ago 29, 2013 -
Caro Marino,
ora l’obiettivo è quello di rendere la service tax più equa possibile. A presto. Marco
franca
Ago 29, 2013 -
in parte sono d’accordo quanto hai scritto, la perplessità mi la la service tax dal px anni, prima cosa la revisione catastale , come sarà fatta,? io parlo della mia città che attualmente è disastrosa , es, io per un normale appartamento in A2, essendo una delle città più alte come aliquota ho pagato 1100 euro!!!!! ville un zone residenziali 200 euro…il ns catasto deve essere revisionata di sana pianta , e a questo credo poco..come sta succedendo in alte città, per questo la service tax sicuramente aumenterà……e non vorrei rimpiangere l’IMU!!!!, comunque attendiamo , non dico con fiducia, perchè questo inciucio non mi piace…..grazie
MIGLIORATI PIETRO
Ago 29, 2013 -
Bell’arrampicata sugli specchi!
Che l’ICI prima, l’IMU poi, fossero viziate dal problema estimi catastali non v’è dubbio!
Tuttavia sfugge che in periodi di emergenza, in luogo di un bisturi preciso, purtroppo si lavora anche con l’accetta.
Ma se c’è una cosa fatta con l’accetta, è la riforma del sistema pensionistico; l’IMU non è proprio da bilancino, ma con pochi correttivi, se si voleva, si poteva fare anche una buona perequazione, esempio estendere il criterio normativo previsto per l’esproprio per pubblica utilità delle aree edificabili che non consente indennizzi superiori al valore fiscale dichiarato, e similmente il divieto di assicurazione immobili per massimali > al valore dichiarato ..e ancora, di stabilire che i contributi pubblici in caso di calamità non possono essere superiori sempre al valore dichiarato e cmq ad esso proporzionato. Elementi dissuasivi/persuasivi che già da soli potevano introdurre il criterio auto dichiarativo – alternativo a quello catastale, cmq maggiore.
Non convincono affatto le motivazioni; l’IMU infatti rimane sulle 2 case e sulle PMI. In questi casi gli estimi, fanno giustizia?
Per la Service tax che deve essere definita, al di là degli aspetti tecnicistici, si dovranno stabilire i criteri di misura, e fra questi come determinare la quota a cui far partecipare un determinato immobile rispetto alla spesa per i servizi locali indivisibili (strade, verdi, parchi, illuminazione, disinfestazione, ecc). A rigor di logica gli estimi (il valore) dovrebbero tornare in ballo per fare il conto similmente a come si considerano i millesimi per le spese condominiali. Quindi se i valori catastali non erano giusti per l’IMU non lo saranno neanche per la nuova tassa, a meno che non vorrà procedere con la “media del pollo a testa” facendo pagare la stessa quota a parità di superficie, fra un ghetto senza verde e servizi e una zona residenziale di pregio con tante belle urbanizzazioni e servizi adeguati!
Forse questo rospo di cancellazione lo si doveva ingoiare per altri motivi, ma lasciamo stare il bla .. bla. Il programma di Bersani aveva nei punti centrali la correzione IMU con un meccanismo di esenzione per importi equivalenti ad abitazioni di valore medio. Questa era una srtrada serissima; l’approdo non è neanche un compromesso, ma è la legge del più forte!
Marco
Ago 29, 2013 -
Caro Pietro,
perchè dovrei arrampicarmi sugli specchi? io esprimo il mio pensiero da libero cittadino e resto sorpreso che il pregiudizio e l’approccio ideologico di molti italiani faccia fatica a capire che la service tax sarà sicuramente più equa dell’IMU. In Francia funziona benissimo.
Mi sarebbe piaciuta la stessa foga quando nel 2011 abbiamo approvato l’IMU facendo l’errore di far trasformare una imposta comunale in una imposta mista , comunale da un lato e patrimoniale dall’altro, il peggior errore che si potesse fare. Se si voleva fare una patrimoniale doveva essere una tassa a parte e il beneficiario doveva essere lo Stato, altro che far diventare i comuni gabellieri per conto terzi
Se leggi il commento, qui sotto, di Franca (nel 2012 ha pagato 1.100 € di IMU) capisci che l’IMU cos’ì com’era non poteva funzionare.
Ad esempio in Veneto, nel 2012, circa il 35 % dei proprietari di abitazione principale non hanno pagato l’IMU, il problema è che questi non sono i più poveri della mia Regione, come non è detto che in quel 60%, che l’hanno pagata,ci siano i più ricchi, questo avviene a causa delle rendite catastali sperequate e di una detrazione IMU fissa per tutto il territorio nazionale.
Faccio un esempio pratico nel 2012 nel mio Comune ci sono state famiglie povere che hanno pagato 1.000 € di IMU e famiglie ricche che hanno pagato 0 € di IMU. Con la service tax potrà capitare che un ricco (con casa piccola) si trovi a pagare solo 50 € ma non potrà capitare che un povero (con casa grande) paghi più 200 €… mi sembra molto più equo del sistema precedente.
Con la service tax avremo il “pago vedo voto” e se un quartiere pagherà molto e non avrà i servizi adeguati vedrai che al momento del voto quei cittadini se ne ricorderanno, oggi non è così perchè le amministrazioni hanno la scusante che l’IMU c’è per colpa di Roma e del Governo ma con la service tax non sarà più così.
A presto. Marco
Marco
Ago 29, 2013 -
Cara Franca, di una cosa sono certo nel 2014 di service tax pagherai il 30% di quello che hai pagato di IMU e le ville da te citate pagheranno di più :).
Se parliamo di inciuci non piacciono neanche a me, infatti mi limito a parlare di argomenti tecnico/pratici come l’IMU :9
A presto.
Marco
Vanni Borsetto
Ago 31, 2013 -
Grazie Marco del tuo prezioso lavoro. Occorre insistere sulla riforma del Catasto o non nè usciamo: i Comuni sono gli unici che dispongono dei mezzi necessari per attribuire valori reali (di mercato) agli immobili . Un pò come ha previsto finora la legge sull’ IMU (e dell’ex ICI) per i proprietari di aree edificabili alle prese con il pagamento del tributo. Dove manca il personale ci si può aiutare con apposite liste di mobilità (le Province tra un pò saranno soppresse). Sulla service tax nutro i dubbi già espressi da Marino Spagnolini ma può essere l’inizio di una riforma più equa come preannunciato da Letta.
Marco
Set 1, 2013 -
Ciao Vanni, condivido con te che una delle riforme da portare in porto è la riforma del catasto. Per anni è stato ripetuto che il catasto dovesse passare ai comuni, ci sono anche molte norme che lo prevedono, ma poi non sono mai arrivate le norme attuative… a livello centrale c’è stata una melina incredibile per impedire che il passaggio ai comuni si concretizzasse. In modo particolare si sono messe di traverso le strutture dirigenti che sono le vere caste del nostro Paese, i politici cambiano e passano mentre i dirigenti restano 🙁 .
Ciao a presto e grazie. Marco