Vedo molti commenti di amici che indicano come auspicabile un accordo programmatico su pochi punti tra PD e Movimento 5 stelle usando come analogia il caso Sicilia. Nulla di contrario, anzi, ma vanno fatte alcune precisazioni procedurali che non sono solo forma ma diventano anche di sostanza. in Sicilia il presidente é stato eletto direttamente dai cittadini e quindi il tema non è la fiducia a Crocetta, di conseguenza li é semplice ragionare sui temi e decidere volta per volta, mentre il Presidente del Consiglio dovrà essere votato, con un voto di fiducia, in entrambi i rami del parlamento. Alla camera è tutto ok, il PD e SEL hanno i numeri sufficienti per votare la fiducia al nuovo Premier, ma al Senato non è così. Quindi il tema è questo: i senatori del movimento 5 stelle sono disposti a dare il loro voto di fiducia ad un Governo di questo tipo?. Va ricordato che al Senato l’astensione vale come voto contrario e che nel caso in cui i senatori del movimento 5 stelle decidessero di uscire dall’aula, per non partecipare al voto, si rischia la mancanza del numero legale. Nella tattica parlamentare non credo che i senatori del PDL resterebbero in aula a votare contro garantendo, in quel modo, il numero legale, ma uscirebbero come i 5 stelle. A quel punto, constatato che non c’è una maggioranza parlamentare in entrambe le camere la legislatura è finita e si torna a votare (purtroppo ancora con il porcellum). Quindi il primo tema da chiarire é questo: i Senatori 5 stelle sono disposti a dare la fiducia a un governo con un preciso programma a termine su pochi punti? i punti potrebbero essere: Taglio dei costi della politica, dimezzamento dei parlamentari, nuova legge elettorale, conflitto d’interessi, legge di stabilità, nuovi regolamenti parlamentari….. Ai senatori 5 stelle va spiegato che il voto di fiducia non sarebbe uno solo ma uno ogni 15 giorni, in quanto PDL e LEGA, per ovvi motivi e per mettere in difficoltà un eventuale Governo di questo tipo, presenterebbero una mozione di sfiducia ogni 15 gg.
Marco Stradiotto
gian
Mar 3, 2013 -
Si, si ritornerà a votare,
e questa volta credo che il Pd perderà ancora voti e sarà finita per sempre con questa classe dirigente che ha buttato all’aria una vittoria elettorale scandita da tutti i pronostici fino all’ultimo, prima delle elezioni.
Con Renzi al posto di Bersani, il PD avrebbe stravinto le elezioni, che di certo non si savrebbe apparentato col Vendola, che non ha fatto altro che allontanare voti più che catturarne per la coalizione del centrosinistra, ma voi ottusamente avete in tutte le salse posssibli cercato di riciclare nei collegi cosidetti sicuri dirigenti ormai decotti che l’elettorato non voleva nè più vedere e nè sentire, e le primarie sono state fatte solamente con l’intento di ostacolare il giovane Renzi, che risultava a tutti l’unico rinnovamento possibile reale in questo dato momento dentro il PD.
Il danno alla nazionale ormai è stato fatto, ma da da voi, dalla vostra insipienza politica, e non da altri come sembra ancora stiate tentando di dimostrare.
Dal risultato elettorale che ne è uscito, la prima cosa che si doveva fare era dimissionare il segretario e il suo staff politico.
Saluti