http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2012/12/20/news/comune-fuori-dal-patto-di-stabilita-1.6223602
VENEZIA. Il Comune di Venezia alla fine uscirà quest’anno dal Patto di Stabilità, ma con il paracadute, senza farsi troppo male. E il «paracadute» è il comma approvato l’altra notte in Commissione Bilancio al maxiemendamento alla legge di Stabilità su cui il Governo porrà la fiducia in aula. Esso prevede che il Comune di Venezia – come quello di Chioggia e del Cavallino – che non ha raggiunto l’obiettivo del Patto di Stabilità per la mancata erogazione dei contributi di Legge Speciale a cui avrebbe avuto diritto nel 2012, non venga sanzionato per l’importo che avrebbe dovuto ricevere e che il Governo, fino ad oggi, non ha ancora erogato. Si tratta in pratica, degli ormai “famosi” 50 milioni di euro approvati dal Comitatone ma mai approvati.
Già così, dunque, il Comune “guadagna” 50 dei 120 milioni da trovare entro fine anno per restare nei limiti del Patto. Ne mancherebbero, dunque, altri 70. Ma se- come è probabile – il Comune non riuscirà comunque a trovarli, non rispettando il vincolo, il danno potrebbe essere limitato. L’emendamento prevederebbe infatti che in via straordinaria il Comune sia “punito” solo sulla differenza «tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 5 per cento delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo», che dovrà essere versato allo Stato. «In questo modo – spiega il senatore del Pd Marco Stradiotto che ha contribuito in maniera determinante al recepimento dell’emendamento pro-Venezia da parte del Governo, insiene al sindaco Giorgio Orsoni – il Comune di Venezia non subirà le misure più pesanti dell’uscita dal Patto, come il blocco degli investimenti, quello delle assunzioni, quello dei mutui, se non in misura minima. I tecnici del Ministero dell’Economia, a cui lo stesso Orsoni ha spiegato la situazione, si sono alla fine resi conto che non si trattava di una scappatoia per non rispettare i limiti del Patto, ma di un’ingiusta penalizzazione che Venezia rischiava di subire proprio da parte dello stesso Governo, per la mancata erogazione dei fondi per la salvaguardia». Il via libera all’emendamento, che arriverà quando il Governo porrà tra pochi giorni, la fiducia sulla Legge di Stabilità, pone ora il Comune in una posizione meno drammatica di quella che appariva, con conseguenze importanti. Non sarebbe più, a questo punto, indispensabile, la cessione delle quote della Save, per cui proprio oggi è prevista l’asta pubblica, destinata probabilmente ad andare deserta. Il Comune potrebbe cedere, a trattativa privata, solo una porzione del 14 per cento delle azioni che possiede o neppure quella. Ma anche la trattativa con Pierre Cardin, per la vendita allo stilista dei terreni comunali su cui insisterà il Palais Lumiére e per l’anticipo dei permessi di edificazione diventa, a questo punto, un po’ meno pressante con i 40 milioni di introiti previsti.
Da parte del Comune, comunque, vista anche la delicatezza della situazione politica, prevale la prudenza prima di cantare vittoria. «Si tratta di una riduzione del danno – commenta il vicesindaco e assessore al Bilancio Sandro Simionato – perché comunque subiremo una penalizzazione economica per la probabile uscità dal Patto di Stabilità e tra le misure che non ci sono state concesse, c’è la mancata “sterilizzazione” degli aumenti legati alla produttività, che sarebbero bloccati. Attendiamo dunque di capire sino in fondo come stanno le cose, anche se a questo punto potrebbe non essere più necessario cedere interamente le quoteSave, ma solo una parte di esse».