COMUNI CAPOLUOGO DI PROVINCIA IL GRANDE BLUFF DEL FEDERALISMO

COMUNI CAPOLUOGO DI PROVINCIA IL GRANDE BLUFF DEL FEDERALISMO

Effetti del Federalismo Municipale sui comuni capoluogo di Provincia delle Regioni a statuto ordinario

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(ANSA) – ROMA, 17 GIU – Nel triennio 2011-2013 i comuni italiani otterranno meno trasferimenti del 2010. Questo non solo per i tagli della manovra del 2010, ma anche per l’applicazione del federalismo fiscale. E’ la conclusione dello studio condotto dal senatore del Pd, Marco Stradiotto, con i laboratori di Trecentosessanta, l’associazione che fa capo a Enrico Letta.
Lo studio analizza gli effetti della ripartizione del Fondo di riequilibrio e della compartecipazione IVA sui comuni capoluogo di provincia. Ci saranno comuni, come quelli dell’Emilia Romagna, che beneficeranno del gettito da compartecipazione IVA piu’ alto (67 euro per abitante), e comuni che, al contrario, avranno un gettito da compartecipazione IVA piu’ bassa, come i calabresi (34,8 per abitante), preceduti dai campani (35 per abitante).


Il tutto si traduce in una contrazione dei trasferimenti statali. Per esempio Milano passera’ da 499.195.506 euro del 2010 ai 417.007054 euro; Roma scendera’ da 1.318.393.760 euro a 722.837.042 (cui pero’ si devono aggiungere i 500 milioni per Roma capitale); quanto a Napoli dai 645.023.865 euro si calera’ a 503.561.535 (ma dovrebbero continuare i contributi speciali per l’emergenza rifiuti e gli Lsu). Lo studio sottolinea soprattutto l’aleatorieta’ delle risorse che mette in difficolta’ le casse dei Municipi, che probabilmente dovranno ricorrere a maggiori tasse a spese dei cittadini. ‘abbiamo notato – sottolinea Stradiotto – che a sei mesi dall’inizio dell’anno, gli enti locali non hanno ancora certezze sulle prospettive dei loro bilanci’.
Lo studio poi stigmatizza un altro elemento che contraddice il principio stesso del federalismo: ‘gli anni della fase di transizione al federalismo municipale – sintetizza Stradiotto – potevano essere usati per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo assetto, in modo da non trovarsi con un muro invalicabile nel 2014, quando arriveranno i fabbisogni standard. Questa gestione graduale non c’è stata e, anzi, si è scelto di ripartire il fondo di riequilibrio sulla base di parametri che non si discostano dal criterio della spesa storica’.


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