PARTITI: STRADIOTTO (PD), SU SPESE ELETTORALI IMPEGNO PER TRASPARENZA E TRACCIABILITÀ per vedere il disegno di legge clicca qui o sulla foto
Il sistema della rappresentanza democratica si trova, oggi più che in passato, al centro di pressanti sollecitazioni al rinnovamento e alla trasparenza da parte dell’opinione pubblica nazionale e degli osservatori internazionali. A questa esigenza risponde la proposta di legge relativa alle disposizioni che regolano le spese elettorali, depositata qualche giorno fa dal senatore del PD Marco Stradiotto, proponendo un’organica modifica in materia di rimborsi e di tetti di spesa, sulla base di criteri di limitazione, trasparenza e tracciabilità.
Il testo prevede, infatti, da un lato, l’obbligo di quantificare e rendicontare analiticamente le spese sostenute dal partito per ciascun candidato, ivi incluse, pro quota, le spese per la propaganda elettorale riferite a più candidati. Dall’altro, la limitazione delle stesse per ciascun tipo e livello di consultazione disponendo, ad esempio, che le spese per la propaganda di ciascun partito dipendano dal numero di cittadini iscritti nelle liste elettorali delle circoscrizioni o collegi per la Camera dei deputati o del Senato della Repubblica nelle quali è presente secondo una percentuale più bassa. O, relativamente ai Consigli regionali e alla Presidenza delle giunte regionali, prevede che le spese per la propaganda elettorale non possano superare il limite di cinque volte l’importo massimo di spesa previsto per la candidatura a consigliere regionale.
“La norma – spiega Marco Stradiotto – punta a connettere limitazioni ben definite alla spesa elettorale dei partiti e dei candidati e nuove disposizioni in materia di trasparenza e tracciabilità, da un lato ponendo limiti alle spese dei singoli candidati e dei partiti e dall’altro inserendo la necessità di distinguere, nel calcolo di tetti e rimborsi, tra le provenienze delle diverse risorse. Per evitare situazioni paradossali, verificatesi purtroppo in passato, in cui, poiché le spese sostenute dai partiti a sostegno dei vari candidati non dovevano essere dichiarate e, di conseguenza, non erano conteggiate, a una roboante campagna elettorale corrispondeva una dichiarazione di spesa elettorale del candidato irrisoria. Allo stesso modo, la norma propone di estendere il periodo di tempo di riferimento, partendo da un anno prima delle elezioni fino ai sei mesi successivi. Con la nostra proposta di legge non è più possibili, per un candidato, non lasciare traccia nelle spese elettorali o nelle spese dei rispettivi partiti e bypassare i limiti. Questa trasparenza renderà molto più efficace il controllo da parte dei cittadini e degli organi amministrativi e giudiziari, considerando quanto la mancanza di un sistema trasparente può incidere sulla possibilità di nascondere eventuali finanziamenti illeciti.
Un ulteriore passo, quindi, – continua Marco Stradiotto – che crediamo ben si collega all’esigenza di cambiamento maturata in un contesto politico e socio-economico segnato da specifiche circostanze. Penso a una situazione, per molti versi inedita, in cui un governo tecnico di emergenza nazionale fronteggia una gravissima crisi finanziaria attraverso politiche di rigore sottoposte a stretto scrutinio da parte dell’Unione europea, che richiedono gravosi sacrifici per cittadini, famiglie e imprese nazionali. Penso anche all’emersione di nuovi e diffusi episodi di malversazione nell’uso delle risorse pubbliche, alla cruciale questione della lotta alla corruzione e della moralizzazione del sistema politico e della pubblica amministrazione.
Per tutti questi motivi proponiamo di adeguare la disciplina in materia di finanziamenti, contributi e servizi ai candidati alle elezioni politiche e amministrative alle nuove disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti, abbassando a mille euro il limite minimo di importo dei finanziamenti o contributi per i quali scatta l’obbligo di dichiarazione congiunta per il soggetto che li eroga e il soggetto che li riceve. Specificando che tutti i finanziamenti o contributi che non concorrono al predetto limite devono essere dichiarati separatamente”.
La regolazione è intesa per tutti i livelli di consultazione, comprese quelle comunali per le quali, come sappiamo, non è prevista alcuna forma di rimborso pubblico. In questo caso, la modifica interviene sul regime della pubblicità delle spese, introducendo vincoli di trasparenza più stringenti per gli statuti e i regolamenti dei comuni. Ad esempio, nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, il deposito delle liste o delle candidature deve comunque essere accompagnato dalla presentazione di un bilancio pubblico preventivo di spesa a cui liste e candidati intendono vincolarsi, che comunque non può superare il limite di due volte l’importo annuo dell’indennità prevista per ciascuna carica.
“Anche in questo caso, stiamo parlando di quantificazione e identificazione delle spese effettivamente sostenute – conclude il senatore Stradiotto –, si tratta di una necessaria assunzione di responsabilità per i partiti in linea con la sobrietà e il rigore imposti ai cittadini. Un impegno serio per garantire il miglioramento della disciplina e la sicurezza per tutti i cittadini”.
–Dichiarazione rendiconto elettorale 2010 Bortolussi